Santuario

AFFRESCO DELLA MADONNA DEL SOCCORSO

Con la fondazione dell’ Abbazia di S. Pietro in Borgio e la costruzione delle mura perimetrali di Pietra, i lavoratori delle saline, per difendersi dalle incursioni dei saraceni si trasferirono in queste due località sicure e protette. 
La cappella della Madonna del Soccorso, rimase così abbandonata e solitaria nella zona. Solo i marittimi pietresi, quando passavano davanti ad essa, all’uscita o al rientrare in porto, salutavano la loro Madonna con salve di artiglieria, raccomandandosi per schivare brutti incontri armati con le galee genovesi, francesi e spagnole, che in quei tempi si contendevano il commercio e la navigazione nel mare ligure. In seguito, forse per qualche straordinario favore celeste ottenuto, la Società dei Marittimi Pietresi subentrò ai lavoratori del sale, nella devozione e nel culto verso la Madonna del Soccorso.
Nella seconda metà del sec. XIV la soprannominata Società fece affrescare il muro della Cappella verso il monte, da un bravo pittore, la figura centrale rappresenta la Madonna col Bambino in braccio, che tiene nella mano destra una tortorella. Ai lati sono dipinti i santi Cosma e Damiano e S. Pietro martire, domenicano. Chi sia l’autore del dipinto non si sà. Certo deve essere stato di una artistica abilità, se si osserva quanto rimane di esso; cioè il piccolo affresco di m. 0,90 per 0,60, raffigurante la Madonna del Soccorso, venerata sull’altare maggiore dell’attuale chiesa.
La Cappella cominciò ad essere nuovamente meta di devoti. La Madonna si mostrò madre di grazia verso i buoni pietresi, i quali ben presto adornarono le pareti della cappella di ex voti, tavolette dipinte: tutti attestati di grazie ricevute. L’autorità ecclesiastica permise l’erezione di un altare per la celebrazione della Santa Messa. 
In quel tempo si verificarono prodigi e fenomeni straordinari sia all’interno che all’esterno della piccola cappella. Si videro sovente lumi e luci illuminare, nella tenebra notturna, la sacra costruzione. Tali lumi si videro anche nella chiesa attuale. Queste apparizioni furono così note e straordinarie, che il Parroco di allora, Don Borro, e i consoli della città decisero di recarsi processionalmente alla Cappella della Madonna del Soccorso, ogni qualvolta si fosse manifestato il prodigio celeste.